Ma i democratici hanno disertato il Congresso...
...eh già, è stato veramente doloroso per me vedere Hillary Clinton, possibile candidata (ci sono ancora dubbi?) per la corsa alle presidenziali del 2008, applaudire e commuoversi alle parole di Mr B., se non fosse che l'aula è stata disertata da parte dei deputati e senatori democratici per solidarietà all'opposizione italiana (ma quali giornali ne hanno parlato? pochi...). L'aula era mezza vuota e persino i paggi sono stati mobilitati per riempire i posti buchi.
E' inutile negare che un simile fatto, a noi che siamo ben lungi dall'essere anti-americani, a noi che soffriamo molto in questa scontro diretto tra anti-americani e bushiani-americani, fa estremo piacere.
E' inutile negare che un simile fatto, a noi che siamo ben lungi dall'essere anti-americani, a noi che soffriamo molto in questa scontro diretto tra anti-americani e bushiani-americani, fa estremo piacere.
Ed è in ogni caso la conferma che non di omaggio degli Usa all'Italia si è trattato, ma di favore repubblicano all'alleato più prezioso.
Comunque, ciò che la signora Clinton mirava a fare (ma che il marito si sarebbe ben guardato dal commettere) era probabilmente dimostrare un ruolo super partes, senza mescolarsi con la "massa" degli altri disertori. Dimostrare una caratura politica di "alto livello". Ciò nonostante è una grave svista. Soprattutto se sarà lei ad affrontare il candidato (o la candidata?) repubblicano nel 2008. Applaudire a un così manifesto favore elettorale fatto da Bush al "più fedele alleato" del vecchio continente, visto e considerato che tra un mese e mezzo ci sono le elezioni politiche, e che non esistono ragioni obiettive per considerare questo gesto del Congresso come bipartisan (i repubblicani controllano fortemente la maggioranza e della Camera e del Senato), non si fa altro che applaudire a Mr.B e a ciò che ha fatto in Italia e in Europa.
Si nega in tal modo, e proprio dallo Stato che noi riconosciamo come il faro dell democrazia (faro che forse si è un po' appannato ultimamente...), che in Italia ci siano delle imbarazzanti anomalie che sono prorie del nostro paese e che non sarebbero certamente accettabili in nessun'altra democrazia del mondo, men che meno la loro (sarebbe forse accettato un conflitto di interessi così mostruoso? Sarebbe accettato un tale indebolimento del pluralismo dei mezzi di informazione? Sarebbe accettata la legge del falso in bilancio? Sarebbero accettati simili attacchi all'indipendenza della Magistratura?...).
Sarebbe a dir poco inesatto, oltre che fazioso, considerare questo teatrino elettorale ("Ora diventa chiara la differenza tra lo spettacolo e la vita quotidiana" Romano Prodi, in data odierna) come un "avvenimento storico" o come un "omaggio all'elevato status del nostro paese" (come tutto il centro-destra al completo ha ripetuto), laddove è evidente che Bush ha finalmente dovuto pagare il prezzo del supporto instotituibile che Mr B. ha dato al presidente americano durante i suoi 5 anni di governo.
Da Bush per Mr B. Non da America per l'Italia.
L'Italia, e i politici americani lo sanno, è un paese diviso. Una simile mossa (compiuta da un presidente repubblicano e dalla sua maggioranza al Congresso) non può dunque essere altro che un aiutino prezioso a un così utile alleato, in un Europa che molti dei politici americani (non solo repubblicani) vedono come intralcio.
Per concludere, Mr B. (così dice Bush) avrebbe portato "stabilità al governo italiano". Ma -posto che già dal '96 ci furono miglioramenti alla governabilità del paese rispetto al passato- A CHE PREZZO?
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